• Analisi di ciclo e Scenario Macroeconomico 

Dopo il positivo impatto della sperimentazione del vaccino antiCovid di Pfitzer. La scorsa settimana si è aperta con la notizia positiva dell’efficacia del vaccino di Moderna Inc. La società ha comunicato che il suo prodotto ha un’efficacia pari al 95% e che le prime dosi verranno consegnate entro il 2020. I mercati, in particolare quegli europei hanno reagito bene alla notizia. 

Fonte: Il Sole 24 ore 

Inoltre a metà settimana, anche AstraZeneca, ha sostenuto che il vaccino su cui sta lavorando, ha suscitato una forte risposta immunitaria e si è dimostrato sicuro per gli anziani.


Fonte: Wall Street Journal 

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate in ottobre al ritmo più lento rispetto alla primavera, un altro segno che la ripresa economica negli Stati Uniti sta perdendo vigore con l’aumento dei casi di coronavirus. Certamente l’atteggiamento molto dovish della Fed influisce in maniera determinante sulla durata del ciclo economico.

I tassi d’interesse, sono collegati con il fenomeno dell’inflazione. La banca centrale può aumentare i tassi quando l’inflazione supera i livelli desiderati, per cercare di ridurla o controllarla. 

Nelle economie moderne il problema è l’esatto contrario: la deflazione, cioè un generalizzato abbassamento dei prezzi. Il fatto che molti operatori stiano vendendo TIPS, cioè titoli obbligazionari legati all’inflazione conferma la nostra visione, riteniamo che in questo periodo la deflazione prevalga sicuramente sull’inflazione.


Fonte: Wall Street Journal  

Le incognite sono ancora tante soprattutto nel breve termine. Addirittura, c’è chi ritiene che prima della distribuzione completa del vaccino potrebbe esserci una terza ondata di coronavirus. 

Inoltre a fine settimana scorsa il segretario del Tesoro Usa Mnuchin ha rifiutato di rinnovare numerosi programmi straordinari in scadenza a fine anno, dedicati al sostegno dell’economia USA. Decisione politica che ha indebolito l’arsenale della Federal Reserve, non ha avuto un grande impatto sul mercato perché alcuni dei programmi erano stati poco utilizzati ma sicuramente alimenta incertezze. 

Il rendimento del bund tedesco rimane sul livello – 0,5%, mentre il Treasury bill (decennale USA) ha concluso la settimana con un rendimento del + 0,85%. A nostro parere, visto che anche negli Usa i tassi ufficiali della Fed sono sostanzialmente a zero non appare giustificato uno spread Bund/Treasury di circa 144 Bps. Tale anomalia sarà un ottimo tema di riflessione viste le prospettive di bassissima inflazione sia negli Usa che in Europa.

Il cambio eurusd continua ad oscillare nel range 1.17 – 1.19. Le gigantesche immissioni di liquidità da parte delle banche centrali hanno determinato un indebolimento del dollaro Usa che, già da qualche tempo, evidenzia indebolimenti in concomitanza con le fasi positive del mercato azionario con un simmetrico indebolimento dei Treasury a lunga scadenza. Riteniamo queste oscillazioni del tutto momentanee in considerazione della maggior competitività degli States in rapporto all’Area Euro. 

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