Conosci davvero i costi dei fondi che hai in portafoglio?

Cerchiamo di capire quali sono le voci di costo, visibili ed “invisibili” e dove trovarle.

Per individuare i costi di un fondo d’investimento dobbiamo fare riferimento al KIID: “Key investor information document”, detto anche “Documento contenente le informazioni chiave”.

In questo documento troviamo le informazioni principali del fondo ed anche i costi.

Le spese correnti: sono una voce che include una serie di costi tra cui i costi di revisione, costo della banca depositaria, spese legali, costi di distribuzione, spese per la pubblicazione del valore delle quote e costi di gestione.

Osservando le spese correnti possiamo avere una idea di quanto spendiamo per un determinato fondo d’investimento, ma purtroppo è una voce incompleta.

Vi sono altri 5 tipi di costi cioè commissioni che il sottoscrittore deve pagare e che non sono incluse nelle spese correnti:

Ci sono le commissioni di sottoscrizione, di riscatto e di switch che sono UNA TANTUM:

  1. Commissioni di sottoscrizione (o d’ingresso): Queste vanno di solito dal 2% al 5%. che vengono decurtate direttamente al momento della sottoscrizione, cosa significa? Significa che se avete intenzione di investire 1 milione di euro, con una commissione di ingresso del 2,5%, 25’000 euro vanno subito in tasca alla banca e promotore. Il rimanente 975’000 euro viene investito.
  2. Commissioni di riscatto: Le commissioni di riscatto, anche queste si aggirano tra il 2 e il 5%. Significa semplicemente che se decidete di ritirare il capitale dal fondo, dovrete pagare tra il 2 e il 5%. Nell’esempio di Prima, Siamo a 975’000, decurtiamo altri 25’000 di commissioni di uscita e rimaniamo a 950’000 euro. Molte volte queste sono a tunnel: ovvero più anni rimanete investiti più si abbassa la commissione di riscatto.
  3. Commissioni di variazione (Switch): Commissioni che vi vengono prelevate per farvi passare da un fondo all’altro della stessa società di gestione. Questo si pone in grave conflitto d’interessi, a mio parere. Proponendo una variazione da un fondo ad un altro la società di gestione o la banca otterrebbe molto velocemente un profitto del 2/3%, la commissione di variazione appunto. Esempio: la banca o il vostro promotore finanziario, vi ha fatto investire in 10 fondi azionari e 5 obbligazionari: vi chiama e vi dice il fondo azionario 1, va cambiato, con il fondo azionario x. In questo momento, se è previsto una commissione di switch, per fare questa variazione voi pagate una certa %. Ex. 1,5 – 2%.

Poi ci sono le commissioni di performance e commissioni di trading che sono ricorrenti e dipendono dalla gestione.

  1. Commissione di performance: Non tutti i fondi prevedono commissioni di performance ma molti fondi si, in particolar modo quelli azionari. Sulla commissione di performance ci sarebbe tanto da dire, ma per brevità, rimandiamo ad un altro video/articolo apposito. Mi limito a dire qui che va dal 20% al 25% della performance superato un certo benchmark.
  2. Costi delle transazioni: Questi costi dipendono dalla gestione del fondo, ovvero dagli acquisti/ vendite di titoli che vengono effettuate. Si, perché, ogni volta che il gestore acquista o vende titoli, paga una certa commissione che viene detratta dalla quota. Come quando si acquista o si vende titoli con la nostra banca, ogni volta paghiamo una commissione, anche per un fondo d’investimento il meccanismo è il solito.

Ma quanto ammonteranno mai i costi di transazione? Alcuni paper indicano costi superiori all’1% annuale. Ma possiamo fare un calcolo semplice. Il costo di transazione per un investitore istituzionale (fondi banche ecc..) ammonta a 0,30% circa per ogni “trade” (operazione). Significa che se il gestore acquista, vende e poi riacquista titoli per un ammontare pari all’intero portafoglio, avrà sostenuto 0,90% di costi! La movimentazione del portafoglio viene anche definita “Turnover”.

Il bello dei costi di transazione è che non sono indicati. Non si vedono. Ma ovviamente diminuiscono la quota di capitale del fondo. Capire esattamente a quanto ammontano questi costi è difficile, ma ciò che possiamo fare è leggere tutti i documenti del fondo per capire la strategia perseguita. Non sempre viene esposta in modo chiaro e preciso. Sulla base della strategia adottata ci si può fare una idea di quanto il gestore movimenti il portafoglio.

L’insieme di queste voci determina il costo totale che l’investitore sta realmente sostenendo.

Esempio:

Fondo azionario che ha

  • 2,5% di costi di ingresso
  • 2,5% costi di uscita
  • 2% di costi di gestione annuali.
  • 1% Di costi di transazione.

Si investe il 1 gennaio 2022. Si disinveste il 1 gennaio 2023. Quello che è certo è che se abbiamo investito e riscattato 1 milione di euro, abbiamo pagato 80’000 euro, ovvero l’8% di commissioni, indipendentemente dai risultati.

Prima di investire in un fondo leggi con attenzione il documento contenente le informazioni chiave e tutti gli altri documenti inerenti al fondo comune d’investimento, potresti trovarci più costi di quel che credi.

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